Miniere di Seui

Miniere di Seui
Seui, Miniera - Laveria di "San Sebastiano" (foto di Giuseppe Deplano - giornalista - copyright © 2010, riproduzione riservata)

martedì 28 gennaio 2014

La miniera di Seui è in rovina: salviamola prima che sia tardi!

Sono passati più di 50 anni da quando il silenzio avvolge gli oramai diroccati impianti del bacino carbonifero di Seui, siti prevalentemente nelle località di “San Sebastiano” e “Fundu de’ Corongiu”.
Era il 1959, allorché un minatore diede l’ultimo colpo di piccone nel cuore della montagna di “Fundu de’ Corongiu”.
Da allora tutto si è fermato.
Tutte le apparecchiature sono state smontate e vendute.
Sono rimasti, tristemente abbandonati a se stessi, solamente gli edifici di servizio, le gallerie e l’imponente edificio della laveria di “San Sebastiano”.
Oggi gli edifici e le strutture di “Fundu de’ Corongiu” e “Sa Canna” sono in massima parte in rovina. Ciononostante, alcuni di questi, come il complesso della vecchia polveriera, la cabina elettrica, gli imbocchi delle gallerie e qualche altra struttura possono essere restaurate.
Seppur in grave degrado, si presenta in condizioni recuperabili anche il grande e suggestivo complesso della laveria di “San Sebastiano”, con le strutture connesse: diga, vasconi, stazione di arrivo della teleferica e la struttura silos per l’imbarco del materiale accanto alla linea ferrata. Questo maestoso edificio, risalente al 1916, in stile tardo liberty, potrebbe essere restaurato e trasformato in una prestigiosa struttura polivalente, con spazi museali, ricettivi, congressuali e parzialmente anche alberghieri. Il tutto in un contesto rappresentato dalle contigue strutture anch’esse recuperate e perfettamente immerso nel verde della lussureggiante vegetazione della zona. Oggi questa località, distante appena due chilometri dall’abitato di Seui, è facilmente raggiungibile tramite una strada asfaltata e con la linea ferrata, famosa per il suo “Trenino Verde”.
Tutto ciò è possibile!
Sono diverse le forme di finanziamento per questo tipo di progetti. In buona parte si tratta di fondi dell’Unione Europea. Sono numerose le iniziative di questo genere che in Italia e negli altri Paesi europei e nel mondo sono state realizzate, dando impensabili risultati da tutti i punti di vista: culturali, economici e sociali. Costituendo non solo un vanto nel recupero di queste strutture che costituiscono la memoria storica di queste comunità, ma rappresentando un vincente sistema di sviluppo economico per la stesse comunità, creando numerosi posti di lavoro, diretti e nell’indotto. Oggi anche tramite la rete internet è facile scoprire e conoscere i segreti di questi “successi”. Un consiglio: imitiamoli, adattando e applicando alla nostra miniera le idee ed esperienze che sono alla base dei loro successi.
Ovviamente, quanto detto sinora vuole essere solo un’idea.
Un pietra lanciata nello stagno.
Con il recupero e la valorizzazione di questo autentico tesoro, una vera “miniera d’oro (anche se la nostra è d’antracite, il più nobile e pregiato tra i carboni, però!), sarà possibile dare un concreto contributo anche alla rinascita di Seui. (Giuseppe Deplano, copyright © 2014 – riproduzione riservata)